Cerca delle soluzioni, non delle scuse.
Trovare delle scuse è la cosa più facile del mondo per tutti, ma anche la più falsa nei confronti di noi stessi e la meno utile a risolvere un problema.
Accampare scuse dopo una sconfitta sembra essere la strada più semplice per giustificare a noi stessi e agli altri una sconfitta che non si sa accettare, ma questo comportamento è tanto naturale quanto pericoloso. Giustificare già vuol dire non ammettere, non accettare, non affrontare, ma nascondersi e soffocare con paura la verità. Il problema di questo atteggiamento è che non è costruttivo, non permette di crescere, di andare avanti perché tende a dribblare il problema sperando che non si presenti più. Ci impedisce di riconoscerlo, di capirne la provenienza e quindi di risolverlo. Così è certo che prima o poi si ripresenterà e sarà ancora lui a sopraffarci. È come prendere un antidolorifico che apparentemente e momentaneamente toglie il dolore, ma non cura il problema che quindi a distanza di tempo risorgerà. L’autocommiserarsi oltre a non portare a nulla ci fa sentire deboli, vulnerabili e disorientati. Al contrario, fronteggiare una situazione cercando un modo per uscirne può rafforzarci, motivarci e portarci a vincere contro quel problema.
Alla base di un atteggiamento corretto e coraggioso c’è senz’altro la motivazione e io credo che la voglia di sacrificarsi e lottare per ottenere qualcosa sia direttamente proporzionale a quanto la desideriamo. Il messaggio educativo vuole essere chiaramente quello di aiutare i ragazzi a capire che è giusto che per ottenere qualcosa a cui si aspira si sia disposti a sacrificarsi e non ci si fermi davanti al primo ostacolo. Riuscire ad ottenere qualcosa che vogliamo attraverso la fatica, aiuta ad accrescere l’autostima, dà valore alle cose e tempra il carattere. Affrontare un problema prendendo consapevolezza del motivo per cui si presenta o da cui deriva non vuol dire averlo superato, ma sicuramente ci coglierà meno impreparati quando si ripresenterà e a poco a poco ci porterà a sconfiggerlo. Quante volte nel tennis non perdiamo giocando a tennis contro il nostro avversario, ma lottiamo contro noi stessi e le nostre debolezze mentali.
Aiutiamo i ragazzi a diventare autonomi spingendoli a trovare delle soluzioni piuttosto che dandogliele noi, e facendogli capire che è quando una cosa è difficile che bisogna fare uno sforzo.
Insegniamo loro che capire dove si è sbagliato aiuta a responsabilizzarsi e soprattutto a rendersi consapevoli del fatto che sbagliare è concesso a tutti, ed il tentativo successivo sarà un’occasione per fare meglio.
La soddisfazione che proveremo nel raggiungere un risultato sarà proporzionale alla dedizione che avremo messo ed al sacrificio che avremo fatto per cercare di ottenerlo.