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Sostenere o giudicare, accompagnare o abbandonare

I macigni che tiriamo dietro ai nostri figli o allievi sono tutti quei segnali che non fanno parte della comunicazione verbale, ma che hanno un potere molto più forte anche se spesso non gli diamo peso o non ce ne accorgiamo.

Immaginiamoci la scena: il ragazzino sta giocando e commette un errore apparentemente madornale, probabilmente causato non da incapacità, ma da emozioni che interferiscono o hanno il sopravvento sulle sue capacita.

Sicuramente si sentirà un po’ demoralizzato. Dopo lo sbaglio guarda il suo “angolo” composto da genitori o maestro e vede gesti tipo: aprire le braccia, scuotere la testa o espressioni di disappunto. La mazzata che gli arriva è veramente troppo visto che alla sua delusione si sommerà il dispiacere per aver deluso i suoi sostenitori che in realtà non lo stanno sostenendo affatto.

Pensate come sarebbe se, al contrario, dopo un errore alzando gli occhi trovasse nel suo angolo uno sguardo o una parola di comprensione, un sorriso o segnali di incoraggiamento.

Proviamo ad osservarci per capire come ci comportiamo e se apportiamo un sostegno o un danno al nostro giocatore, pronti a metterci in discussione e a farci da parte se incapaci di contenere i nostri istinti che anche se non intenzionalmente non lo stanno certo aiutando.

Forse esultare e applaudire quando fa un bel punto potrebbe non essere necessario tanto quanto un segno di fiducia nel momento dell’insuccesso.

Il tennis è uno sport molto difficile ma se un bambino lo vive e lo pratica nel modo giusto e con un sostegno esterno adeguato ha un potere educativo e formativo potentissimo.

L’intervento esterno può fare molti danni e complicare ulteriormente le cose, ma se pertinente e sensato può essere davvero prezioso.

Se il nostro obiettivo primario è il benessere e la felicità del nostro ragazzino sarebbe più semplice e per nulla scontato, secondo me, adottare comportamenti più giusti domandandoci ad ogni passo se quello che stiamo facendo sia in linea o meno con il nostro desiderio.

In caso contrario forse dovremmo ridefinire e richiarirci quale sia realmente l’obiettivo iniziale…

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