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Liberiamoci dalle influenze



“INFLUENZA” ci fa pensare ad uno stato di malessere da cui dobbiamo guarire e liberarci con dei medicinali.

“INFLUENZA” però è anche quando ci facciamo condizionare e ci sentiamo prigionieri dei giudizi e dei vissuti altrui che pesano dentro di noi come macigni.

Ascoltare idee e opinioni  diverse dalle nostre credo possa arricchirci se fatto con l’intento di aprirci la mente,  considerare diverse prospettive e capire che siamo tutti diversi. A volte può migliorarci e farci cambiare idea, a volte può servirci a rafforzare quello che già siamo o crediamo.

Pendere dalle labbra di qualcuno che per noi è importante o fare le stesse cose che fa un altro pensando di ottenere gli stessi risultati, potrebbe invece ingannarci, se non siamo capaci di usare il  filtro che tiene conto della nostra individualità e dei nostri vissuti.

Proprio come quando ci ammaliamo, può capitare che finiamo per essere vittime di processi di condizionamento di cui non ci accorgiamo che ci portano a fare scelte non autonome.

Ma perché si tende a scegliere una strada che ci è stata consigliata o si tende a farsi influenzare da quello che ci viene detto dagli altri?

Forse perché è più veloce e più facile e ci solleva dalla responsabilità di dover valutare diverse alternative e individuare la migliore per noi?

Conoscere le possibilità che abbiamo, presuppone una ricerca che costa tempo e fatica ma che ci consentirebbe di avere tutti gli elementi per trovare la soluzione più giusta per noi.

Forse perché è più facile incolpare qualcun altro in caso di insuccesso?

Ma cosa ce ne faremo di un capro espiatorio se ormai abbiamo fallito e perso tempo e opportunità?

Forse perché siamo confusi su ciò che realmente desideriamo e su chi realmente siamo?

Varrebbe la pena guardarci allo specchio e avere idea della nostra identità e domandarci cosa realmente vorremmo visto che si tratta della nostra vita.

Forse facciamo quello che ci dicono gli altri per sentirci accettati ed essere in linea con le aspettative altrui?

Se gli altri approvano quello che facciamo, ci sentiamo a posto e inattaccabili, ma siamo felici? Siamo coerenti?

Forse ancora per paura di essere rifiutati? Ma se veniamo rifiutati perché ci mostriamo come realmente siamo, vuol dire che non abbiamo trovato persone giuste per noi.

Quanto sarebbe bello e liberatorio giocare uno sport già complesso come il tennis in modo coerente col nostro piacere, gusto e interesse senza il peso del giudizio esterno e senza sentirci in difetto se quello che facciamo non riceve il consenso degli altri.

Quindi il mio invito è di accogliere spunti, possibilità e prospettive che ci vengono fornite dall’esterno, ma di cercare risposte solo dentro di noi.

 

Pubblicato sul notiziario Bieffesport ottobre 2024

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